ARTICOLO tratto da RIVISTA DIESEL - VADO e TORNO EDIZIONI“UNA MUSERUOLA PER I DECIBEL"
“Spiegare come funziona un silenziatore non è cosa semplice. Realizzarlo materialmente, tarando ogni progetto sulle specifiche del singolo cliente, lo è ancora meno. Per questa ragione, sul catalogo commerciale della G.T. SILENZIATORI INDUSTRIALI S.r.l. di Sant’Agata Bolognese (BO) non c’è traccia di trionfalismi e suggestioni mirabolanti, nonostante l’azienda operi sul mercato dal giugno 1980. Non è infatti possibile declinare il rumore per ogni applicazione secondo parametri di assoluta univocità. Così i decibel, l’unità di misura convenzionale con la quale in acustica si indica il livello di un fenomeno acustico, va maneggiato con cura. Nella molteplicità di frequenze che compongono il fascio sonoro non si può intervenire in modo indiscriminato. Occorre invece calibrare l’obiettivo solamente su determinate frequenze, perché altrimenti si corre il rischio di stornare il rumore da una certa posizione di ricezione del suono per lasciarlo intatto altrove, e non incidere in sostanza sul problema reale.
Il listino G.T. prevede alcune serie standard di silenziatori industriali, che l’azienda fornisce prevalentemente a titolo esemplificativo. La prassi vuole infatti che il committente enuclei i dati tecnici, in primis le dimensioni del contenitore in cui inserire il silenziatore, la potenza oppure le portate d’aria. Presentato il diagramma dello spettro sonoro, il cliente dichiara di quanti dBA intenda ridurre l’emissione sonora. Fino a 30/35 decibel la ‘customer satisfaction’ risulta abbastanza semplice, dopo questa soglia la frazione di abbattimento si ridimensiona. In altri termini, applicando più silenziatori in serie, la quantità di decibel eliminati da ogni singolo dispositivo si riduce (per esempio, se il primo rimuove 30 dBA, il secondo al massimo 10/15 e il terzo a malapena 5).
Il silenziatore: così uguale, così diverso
A testimonianza della eterogeneità dello spettro di azione sul fronte del rumore, è paradigmatico il silenziamento di un’unità Mtu. Partendo da 120 dBA a 1 metro di distanza di rilevamento, i tecnici della GT sono riusciti a tagliare il traguardo dei 51 dBA, sempre a 1 metro di distanza. Naturalmente questo lusinghiero risultato non va ascritto solamente al funzionamento del silenziatore ma a un set di soluzioni elaborate dagli altri operatori coinvolti, tra cui spicca la doppia cofanatura del generatore. In ogni caso, è bene precisare che allo scarico non si elimina il rumore meccanico, che esula dalle competenze fonometriche del dispositivo interno. Il silenziatore funziona per risonanza e fonoassorbenza, cioè per rottura delle frequenze medio-basse, che sono le più difficili da abbattere, mentre quelle medio-alte presentano un indice più basso di problematicità. Standardizzare il profilo di un silenziatore non sarebbe corretto. Esternamente si caratterizza per un’entrata e un’uscita, ma la traiettoria che il fascio sonoro percorre nel corpo metallico non è assolutamente lineare. Il layout del silenziatore si struttura in camere, fondelli e tubazioni di forma eccentrica che deviano il rumore. Vengono create internamente delle camere di risonanza che possono essere coibentate con materiale fonoassorbente in relazione al tipo di applicazione e al risultato che si intende perseguire. La camera, di per sé, crea un volume che aiuta a incidere solo su determinate frequenze. Le fibre coibentanti (vetro o roccia) entrano in vibrazione e assorbono energia.
Lamiere inox e vernice ad acqua
A questo punto il kit d’intervento contempla una miriade di variabili tecniche all’interno del manufatto cilindrico che costituisce il ‘telaio’ del silenziatore: si possono citare coni in lamiera forata non completamente chiusi, tubi conificati, paratie con fori polimorfici. Ad esempio un silenziatore per carro armato è stato dotato di un cono poligonale, forato sulla lunghezza, con fori di vari diametri e diversi passi di foratura; in base al buco si produce una determinata risonanza. Il materiale utilizzato dalla GT consiste in lamiere di acciaio inox AISI 316L o acciaio al carbonio S235JR. I fogli di acciaio, che hanno uno spessore oscillante tra i 20 e gli 80 decimi (da 2 a 8 millimetri), vengono tagliati, a volte sagomati, e calandrati (vengono cioè forgiati a cilindro, che costituisce il corpo essenziale del prodotto finito). Dopo la sabbiatura, a ogni componente si applica una verniciatura ad acqua (con un basso impatto ambientale), resistente alla alte temperature, che costituisce un’eccellenza della GT a livello nazionale.
Progetti personalizzati per più di 1200 clienti
L’azienda di Sant’Agata, che gode di una location d’elite (di fianco al reparto prove della Lamborghini) fa progettazione e produzione di silenziatori per un segmento di potenza da 5 chilowatt fino a 3.000. Il 70 percento della produzione si concentra sui gruppi elettrogeni, il 20 percento riguarda la movimentazione terra e il restante dieci percento investe le spllicazioni più svariate, tra cui il marino. Il catalogo GT non prevede solamente silenziatori, ma tutti gli elementi dal collettore al flap finale (tubazioni, giunti di dilatazione, coibentazioni, collettori di aspirazione e di scarico, parapioggia, accessori). L’architrave delle commesse GT, situata a una ventina di chilometri dal capoluogo felsineo, risiede nella progettazione personalizzata, che spinge i vertici aziendali a equiparare ogni singolo manufatto a un brevetto a tutti gli effetti. La distinta dei clienti GT annovera oltre 1.200 nominativi, e fidelizza alcuni tra i brand più prestigiosi dei costruttori, free e Oem, a livello mondiale: da Caterpillar a Visa, da Filippini a Himoinsa, da 2H Energy a Cummins, Perkins VM, Lombardini, CTM e ancora TErexlift, Fiori, Bredamenarinibus.”